Billy Berlusconi tra i pionieri del fashion digital e uso degli avatar

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DIGITAL FASHION IGOODI - Billy Berlusconi, fondatore della startup Igoodi, è pronto ad affrontare le sfide principali del fashion world, quali e-commerce, prototipi 3D e sfilate nel metaverso. Igoodi ha creato dei prototipi virtuali di avatar, intelligenti e simili a noi, utilizzando la tecnologia. Come dice il suo CEO, “The Real Avatar is You”.

Tanti usi per un avatar

Billy Berlusconi, figlio di Paolo Berlusconi e nipote di Silvio, dopo gli studi all’Università Bocconi ed alcune esperienze all’estero, fonda una startup che fabbrica avatar. Il giovane Berlusconi spiega che entrando all’interno di una cabina, chiamata The Gate, 180 fotocamere scansionano il corpo in contemporanea, creando il nostro avatar. Quest’ultimo sarà visibile sull’app di Igoodi, visionando inoltre massa corporea, circonferenza, altezza e peso. Per Billy Berlusconi siamo pronti al digital fashion.

L’Avacollection di Igoodi

L'avatar proposto da Igoodi permette di provare una giacca online prima di ordinarla, consigliarci la taglia migliore, sfilare su alcune passerelle digitali a Milano o New York, nel metaverso, tutto a partire dal prezzo di € 69,00. Le 128 telecamere permettono di prendere qualsiasi parte del nostro corpo, da diverse angolazioni, grazie anche ad una tuta attillata. Gli avatar di Igoodi permettono di sostituire la classica “dress room” evitando di fare resi, potendo inserire qualsiasi caratteristica funzionale al nostro corpo e alla nostra massa corporea, disponibile all’interno di un’apposita app.

Per maggiori informazioni e dettagli si consiglia la lettura dell’articolo completo, disponibile al seguente link, Billy Berlusconi (Igoodi) talks about the avatar economy in fashion and beyond.

Il metaverso italiano non è solo gaming: Rossano Tiezzi di Advepa intervistato ai microfoni del TG2

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GAMIFICATION ROSSANO TIEZZI TG2 - Osservando le immagini di alcune virtual fair o di spazi virtuali possiamo notare come gli open space di alcuni metaversi, come quelli offerti da Advepa 3D for Business siano pressoché simili ad un videogioco. La creazione di spazi virtuali e l’utilizzo di avatar personali sono le basi per muoversi nel metaverso. Rossano Tiezzi, direttore commerciale di Advepa, è stato intervistato ai microfoni del TG2 dal giornalista Simone Turchetti per spiegare le tantissime possibilità offerte dal metaverso Made in Italy di Advepa.

Metaverso e gaming

Simone Turchetti ha messo a fuoco il tema che è attualmente centrale nel dibattito sul metaverso, parlando di avatar customizzabili e ambienti digitali accessibili. All’interno di qualsiasi metaverso creato da Advepa è possibile un free roaming ampio, limitato soltanto dalla grandezza degli spazi visitabili, simile a quello che propongono alcuni videogiochi quali Grand Theft Auto, Assassin’s Creed o The Witcher. Il metaverso è caratterizzato da una gamification che permette, tramite la pre-creazione di un avatar personale, di visitare stand, partecipare a webinar, acquistare negli e-commerce o parlare con esperti del settore. Tutto questo avviene in spazi 3D realizzati con software di ultima generazione. Come ha spiegato Rossano Tiezzi al TG2, “Lavorare, facendolo in una maniera più simpatica, più creativa, più coinvolgente, è meglio.”.

Il metaverso italiano che si distingue

I metaversi creati da Advepa vengono ideati e progettati da programmatori esperti e offrono esperienze virtuali differenti. Ciò per cui si distingue ogni metaverso è il prodotto che viene offerto, focalizzato sempre su alcuni settori, italiani e non, specifici: Swiss Virtual Expo è il più grande spazio virtuale del territorio svizzero mai creato, con più di 80 aziende leader di diversi settori. L’ICT Village, la virtual fair dedicata agli appassionati di informatica e sicurezza. Il primo ufficio virtuale italiano nel metaverso, Sercam Advisory, la prima fiera virtuale delle eco-tecnologie, Exco e Vinophila, lo spazio virtuale dedicato agli amanti e ai professionisti del settore wine&spirits.

Per vedere l’intervista completa basta cliccare sul link, dove è disponibile il video, Sono tante le aziende che scelgono Advepa, come leader italiana del metaverso.

Accenture presenta Technology Vision 2022: uno studio sul metaverso

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METAVERSO ACCENTURE - La nuova Technology Vision, presentata da Accenture, si conferma il report più importante d’ogni anno: il “continuum del metaverso” farà convergere aziende e privati in nuove realtà ed in nuovi modelli di business. Accenture, come tutte le più grandi multinazionali, ha già creato un proprio metaverso, Nth Floor, dove il personale dell’azienda potrà introdurre i nuovi assunti, durante il loro d1 lavorativo, proprio all’interno del metaverso digital.

Quattro basic trend per le aziende

Il report di Accenture ha identificato quattro trend che ogni azienda dovrà seguire, proprio con l’avvento del metaverso:

Accenture si basa sull’innovazione

Mauro Macchi, AD di Accenture Italia, ha dichiarato: “Vediamo il metaverso come un continuum che attraversa lo spettro tra mondi estesi digitalmente, realtà e modelli, applicati a tutti gli aspetti del business e attraverso le intere organizzazioni. Questa evoluzione ridefinirà le modalità di interazione con il cliente, il modo di lavorare, di costruire e distribuire prodotti e servizi. L’evoluzione del Metaverso spingerà ulteriormente il fenomeno di ibridazione delle competenze e dei mestieri.”. 

Per il report Technology Vision 2022, Accenture ha intervistato 4.600 leader aziendali di 23 settori diversi, in 35 paesi. Valerio Romani, Cloud First Lead Accenture Italia, ha dichiarato: “Siamo riconosciuti tra i primi leader nell’ambito delle competenze legate al Metaverso, con 600 brevetti depositati e oltre un decennio di esperienza. Crediamo molto nelle grandi potenzialità di questo nuovo sviluppo tecnologico, tanto che è stato istituito un nuovo business group che aggiunge alle competenze tecniche in quest’ambito i punti di forza creativi di Accenture Song.”.

Per maggiori informazioni sull’importante report effettuato da Accenture, basta leggere l’articolo completo, disponibile al seguente link, ACCENTURE TECHNOLOGY VISION 2022: IL “CONTINUUM DEL METAVERSO” RIDEFINISCE IL MODO IN CUI IL MONDO FUNZIONA, OPERA E INTERAGISCE.

Il settore fashion non è più tra i lavori più ambiti dagli italiani. Lo dice una ricerca

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FASHION LAVORO ITALIANI - Il posto di lavoro nel mondo della moda non è più ricercato dalla maggior parte degli italiani. In testa alla classifica ci stanno i media, le automobili, il settore dell’aeronautica e quello dell’elettronica. Lo dice una ricerca effettuata da Randstad sull’employer branding, chiamata appunto employer brand research.

Il work-life balance non basta

Secondo Randstad l’equilibrio tra vita privata-familiare e ambiente lavorativo non basta per il settore fashion, che esce dalla top ten dei lavori più ambiti dagli italiani. Non bastano neanche la nascita di alcune startup importanti del settore e l’avvento del digital fashion. L’Employer Brand Research mostra come il settore della moda è andato tramontando anno dopo anno: nel 2014 è stato uno dei più attrattivi, per dipendenti e datori di lavoro. Nel 2022 gli italiani vogliono andare a lavorare in altri settori.

Dove vorrebbero lavorare gli italiani?

Secondo la ricerca effettuata da Randstad, basata su un connubio di work-life balance, atmosfera lavorativa piacevole, livello di retribuzione, benefit, percorsi di carriera e sicurezza del posto di lavoro, l’azienda che offre tutto questo è sicuramente Ferrero, seguita poi da Lamborghini ed Amazon. Altro settore in grave crisi, a causa di mancanza di lavoratori è quello Retail

Per maggiori informazioni sulla classifica dei lavori più ambiti dagli italiani basta leggere l’articolo completo, cliccando sul seguente link, La moda fuori dalla top ten dei lavori più ambiti: otto anni fa era in vetta.

Una startup per i capi second hand certificati: intervista a Enrico Pietrelli di Dresso

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DRESSO FASHION SOCIAL - Il progetto Dresso nasce nell’estate 2020 come un social network, il primo made in Tuscany nel mondo del fashion e garantisce sicurezza e originalità, grazie al sistema blockchain e nel pieno rispetto dell’economia circolare. I co-founder del progetto, Albano Scavo e Enrico Pietrelli, si affermano nel gennaio 2021 grazie al coworking con Nana Bianca e la collaborazione con l’Università di Firenze, il patrocinio di Confindustria fiorentina, ed è stato realizzato da Intesa Sanpaolo Innovation Center e Fondazione Cr Firenze.

Il programma Italian Lifestyle

Sei startup per alcuni settori strategici ed in continuo sviluppo, come turismo, fashion, food&wine. Il programma Italian Lifestyle, nato per promuovere le eccellenze del territorio fiorentino e rafforzare il sistema dell’innovazione, viene supportato da alcuni mentor, dal Market al Product, ed un grant base di € 20K. Oltre Dresso sono nate altre startup, come Italia Rimborso, Dotzero, Blaster Foundry, Rifò e Calton

Intervista ad Enrico Pietrelli

Abbiamo piacevolmente conversato col co-founder e CEO di Dresso, Enrico Pietrelli, il quale ha risposto a qualche nostra domanda:

Il green e il digital nel settore fashion: come si affrontano?

L’industria della moda è una delle più grandi e influenti. È la sesta per creazione di posti di lavoro ma anche la quinta per creazione di schiavitù moderna e la seconda più inquinante al mondo: in questo senso la sostenibilità è un’esigenza e l’innovazione digitale una grande opportunità. I paradigmi di consumo e i modelli di business stanno cambiando, l’innovazione sostenibile del settore non è un trend stagionale ma un processo dettato da una nuova consapevolezza che sostiene alcuni temi principali: tracciabilità, trasparenza, circolarità, ri-uso e ottimizzazione. Le aspettative delle nuove generazioni verso la sostenibilità sono alte e la molteplicità dei canali digitali permette alle aziende di creare con loro un nuovo dialogo accessibile e di facile comprensione. La sfida del cambiamento in questi termini può davvero portare alla realizzazione del futuro.

Giorgio Armani dichiarò che “la sostenibilità è un’utopia con cui dobbiamo convivere. Per la quale dobbiamo lottare.”: come vede il settore fashion-sostenibilità tra 5 anni?

Fino a qualche anno fa la sostenibilità era un plus per le aziende. In questo momento storico e per gli anni che seguiranno, grazie a una nuova generazione sensibile e consapevole, la sostenibilità è una conditio sine qua non. La vera innovazione consiste nel creare un dialogo che abbia un impatto sociale e ambientale oltre che economico. Le tecnologie riducono la complessità di molti passaggi, come la tracciabilità dei prodotti, la trasparenza della supply chain e degli acquisti. Un altro fattore chiave è il passaggio da un’economia lineare - per cui il ricavo delle aziende deriva esclusivamente dalla vendita di capi appena prodotti - a una circolare, che prevede riciclo, ri-uso e scambio. La frase “make sustainability sexy” fa sorridere ma è proprio la strada che il sistema moda sta percorrendo: se prima la sostenibilità era un argomento di nicchia, oggi e per i prossimi anni è una necessità che, sotto l’ala di un’industria come quella della moda, è diventata attraente.

Molti grandi stilisti hanno scelto la sostenibilità fashion: da Stella McCartney a Giorgio Armani: a chi toccherà, secondo lei, in futuro? 

I grandi gruppi del fashion luxury hanno una struttura radicata negli anni e quindi più complessa da ri-organizzare rispetto alle aziende più giovani, ma c’è da parte di tutti una grande spinta e consapevolezza verso la sostenibilità. Gli obiettivi sono chiari e tangibili e l’approccio collaborativo dimostra come tutti abbiamo a pari merito enormi responsabilità. Quindi, se dovessi fare una previsione da qui a cinque anni direi che l’impulso al cambiamento non avverrà dall’alto ma dal basso, non dalle corporate ma dai consumatori. Non sarà una tendenza ma una necessità.

Enrico Pietrelli, come si svilupperanno tecnologia e digitalizzazione in futuro?

Gli sviluppi tecnologici e la digitalizzazione si riflettono trasversalmente su aspetti sociali, culturali e anche creativi, semplificando e migliorando. Fare innovazione digitale non vuol dire soltanto utilizzare nuove tecnologie, ma anche sfruttarle al meglio per ottimizzare modelli di business e renderle accessibili. La sfida è trovare soluzioni che siano al tempo stesso ECOlogicamente ed ECOnomicamente sostenibili. Chi troverà le formule migliori avrà enormi possibilità nel mercato.

Blockchain, cybersecurity e IA sono entrati a far parte del fashion Made in Italy: possono, secondo lei, apportare tutti dei vantaggi all’interno della filiera?

La possibilità di creare nuovi spazi digitali in cui persone e brand possono interagire permette di diminuire le distanze e di creare dialoghi inclusivi. La digitalizzazione è un’opportunità che consente alle aziende di veicolare valori nuovi e vicini alle persone. La blockchain permette di tracciare ogni transazione, i tag NFC creano un’identità digitale ai prodotti che ne garantisce autenticità e trasparenza. La tracciabilità permette di rendere profittevole l’economia circolare per l’industria del fashion e la trasparenza di portare le esigenze delle persone al centro del business.

Il rapporto con i consumatori non finisce con la vendita, la tecnologia permette di estendere le interazioni tra clienti e aziende anche durante il periodo di utilizzo del prodotto stesso, aumentando i touchpoint tra domanda e offerta e attivando strategie di retention, upselling e cross selling.

Enrico Pietrelli, cosa spinge Dresso verso un tipo di fashion social e sostenibile?

Da qualche anno sentivamo l’esigenza di cambiare lo status quo. La moda per come la conosciamo non è più sostenibile, solo per darvi un’idea dell’inquinamento legato a questo settore, negli ultimi 8 anni la produzione di capi d’abbigliamento è aumentata del 100%. Il dato è impressionante se lo vediamo in progressione numerica. Se il sistema non cambia i propri parametri nel 2050 il nostro pianeta dovrà sostenere una produzione di fibre tessili 320 volte superiore a quella del 2013. Senza fare allarmismi, l’impatto della moda nel nostro ecosistema è già al collasso. 

Le soluzioni possibili che avevamo individuato erano due: produrre con materiale riciclato o produrre meno e allungare il ciclo di vita dei capi. La seconda secondo noi è l’unica possibile ma avevamo un grande problema da risolvere, e cioè il fatto che l’economia circolare non è profittevole per il mondo della moda. Le uniche revenue avvengono al momento della vendita di prodotti nuovi e se il ciclo di vita del prodotto si allunga diminuisce il volume di affari legato alle vendite. La nostra soluzione avrebbe dovuto essere anche economicamente sostenibile per la filiera garantendo revenue ai brand per tutto il ciclo di vita del prodotto.  

Riguardo questa splendida startup, Dresso, cosa ci può dire?

Nel corso degli anni ho approfondito la conoscenza della tracciabilità dei prodotti, della blockchain e delle tecnologie legate agli NFC e Dresso è la risposta al problema di come rendere l’economia circolare profittevole per il fashion system.

Dresso è il social in cui le persone possono condividere i propri outfit, taggare i prodotti che indossano e creare il proprio guardaroba. Tutti possono ispirare e farsi ispirare dalla community per riutilizzare i capi del proprio guardaroba in modo nuovo, vedere cosa indossano gli altri, vendere ciò che non usano per dargli nuova vita e anche fare offerte per comprare al prezzo che sono disposti a pagare. 

Il modello di tracciabilità che abbiamo brevettato ci permette di associare i prodotti a certificati digitali univoci, cioè tag NFC, in modo da tracciarne i passaggi di proprietà per tutto il ciclo di vita e scriverli in blockchain. In questo modo riusciamo a garantire agli acquirenti l’originalità dei prodotti anche pre-owned e ai brand una commissione in ogni momento in cui il prodotto viene ri-venduto durante il suo ciclo di vita. Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare le persone riguardo l'impatto che i loro guardaroba e scelte di consumo hanno sul nostro pianeta, promuovendo il riutilizzo dei capi e gli acquisti second hand. Vorremmo, inoltre, che anche le aziende siano incentivate ad allungare il ciclo di vita del prodotto diminuendo così il cost per wear dei capi.

Dopo che il pubblico vi ha conosciuto, come ha reagito?

Ci siamo rivolti a un pubblico di possibili utenti ancor prima dell’inizio della fase di sviluppo, facendogli testare un prototipo interattivo e raccogliendo feedback. In questo modo abbiamo potuto capire cosa le persone si aspettavano, cosa avrebbero voluto trovare e cosa invece non era in linea con le loro aspettative. Una volta iniziata la fase di sviluppo, abbiamo tenuto in conto i feedback ricevuti che ci hanno permesso di superare in anticipo possibili ostacoli. 

Dresso continua ad espandersi ed è conosciuta pure all’estero: quali sono i suoi progetti futuri?

Una volta condivisa la nostra visione della moda con la community italiana, abbiamo intenzione di espanderci all’estero. I primi mercati che vorremmo esplorare sono quello francese e quello tedesco. Entro il 2024 abbiamo intenzione di aprire i mercati dell’Europa del nord e entro il 2025 i mercati anglofoni. 

Abbiamo intenzione di allargare il nostro database di prodotti attivando collaborazioni con tutti i più importanti fashion brand del panorama europeo. Entro la fine del 2026 avremo ottenuto circa un milione di download dell’app con una community attiva di oltre 200.000 utenti


Per maggiori informazioni basta leggere l’articolo completo sulla startup Dresso e tutto quello che c'è da sapere, Dresso, il social network per acquisti second hand garantiti.

Digital fashion: come si stanno adattando le più grandi Università della Moda

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DIGITAL FASHION - L’inevitabile digitalizzazione dell’industria della moda ha portato crescente popolarità al concetto di metaverso, e la moda digitale ha preso spunti creativi totalmente innovativi. Il mondo della fashion education si sta digitalizzando: il Royal College of Art, Polimoda, il VIA University College stanno rispondendo in maniera ottimale a questo cambiamento.

Dal manichino all’avatar

I marchi di moda tradizionali sono dovuti passare ad una digitalizzazione situata su blockchain ed NFT, progettazione in software per AR, come Clo3D, Blender e Daz, sviluppi di capi per VR, con rendering in 3D avanzato. Le grandi università della moda, come il VIA University College, stanno educando gli stilisti di domani insegnando nuove tecnologie, implementando processi di progettazione più sostenibili: vengono insegnate la scansione del materiale e del corpo, rendering in software digitali e stampa 3D. Si inizia a parlare di phygital. Molte scuole stanno cercando di avvicinare i più giovani al processo digitale, creando interesse senza averne paura. La RCA, per esempio, avendo una visione futuristica, hanno iniziato questo “passaggio” fin dal periodo del lockdown, causato dal covid-19. Il digitale, secondo la loro filosofia, crea identità e istruisce all’uso di nuovi materiali, utili per un minor impatto ambientale.

Il Polimoda di Firenze

L'istituto di moda fiorentino offre corsi e programmi in fashion design, business e creativity. Grazie alla partnership con Microsoft Garage, l’outlet di Microsoft, vogliono unire creatività e sperimentazione per il futuro del digital fashion. Come afferma il Direttore del Polimoda di Firenze, Massimiliano Giornetti, “Voglio portare nella scuola, aziende e marchi che non lavorano solo nella moda, ma si aprono ad altri esperti che possono portare la possibilità agli studenti - le menti creative - di sperimentare. Questo è fondamentale. Credo che lo spazio della scuola sia l'unica possibilità in cui gli studenti possono essere coraggiosi. Dove possono provare qualcosa che ovviamente dopo la scuola non sarebbe possibile. Per una scuola è fondamentale avere tanti strumenti diversi che possono stimolare la creatività e le capacità dello studente e avere la presenza interna di Mike Bell è aprire questo dialogo con gli studenti. Dà a tutti all'interno della comunità Polimoda l'accesso a uno dei migliori esperti in campo digitale.”.


Per maggiori approfondimenti basta leggere l’articolo completo, disponibile al link seguente, How are the world’s biggest fashion universities adapting to digitisation?.

I giovanissimi Smilebots in finale in Texas per la FIRST LEGO League

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SMILEBOTS LEGO LEAGUE HOUSTON -  I giovanissimi e plurivincitori di Ated4Kids, gli Smilebots, si sono aggiudicati la finale ad Houston che si terrà dal 20 al 23 aprile 2022. La competizione internazionale FIRST LEGO League vede partecipare annualmente giovanissimi provenienti dalle scuole elementari e medie. I più piccoli di Ated4Kids invece, gli Smilebots Junior, dovranno aspettare il 2023 per le qualificazioni in Germania e per il salto di categoria. L’associazione ha creato un crowdfunding per sostenere le spese di viaggio di entrambe le squadre.

Cos’è la FIRST LEGO League?

La competizione internazionale FIRST LEGO League, esistente da più di un ventennio, è nata grazie alla partnership tra FIRST e Lego Group, ed è dedicata agli studenti delle scuole elementari e medie. Le giornate si dividono in due sfide, una che prevede la progettazione, programmazione e costruzione di robot Lego Education ed una seconda dedicata ai temi dell’attualità odierna. 

Maggiori informazioni sulla competizione FIRST LEGO League al link seguente, First Lego League - Smilebots alle finali mondiali a Houston!.

Smilebots: le parole di Federico Corsale

“Quello che mi piace molto della sfida è che si può viaggiare e spostarci e vedere posti nuovi, perché vincendo andiamo ai vari campionati. Mi piacciono molto i LEGO, sono quello della squadra che li costruisce, e mi piace anche molto lavorare in squadra.”. I giovani team del progetto Ated4Kids, dall’età media che va dai 9 ai 16 anni, fanno parte della sezione Roboticminds di ated-ICT Ticino, l’associazione del Canton Ticino che promuove la cultura, l’informazione ed iniziative digital all’interno del metaverso moderno. 

L’intervista completa ai team di Ated4Kids si può trovare all’interno del seguente link, Portiamo gli Smilebots alle finali mondiali di Houston.


Di seguito invece un video che presenta il giovane team degli Smilebots:

Presentazione del team Smilebots

FIRST LEGO League: Smilebots in finale a Houston

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SMILEBOTS LEGO LEAGUE HOUSTON - I campioni regionali, nazionali e internazionali Smilebots parteciperanno alle finali in Texas, per la competizione internazionale FIRST LEGO League. I giovanissimi Smilebots Junior invece si fermeranno alle finali Europee, che si terranno in Germania nel 2021. I giovani team del progetto Ated4Kids, composti da ragazzi dai 9 ai 16 anni, fanno parte della sezione Roboticminds di ated-ICT Ticino, associazione riconosciuta dal Dipartimento della Pubblica Educazione per la creazione di corsi di informatica nelle scuole e per la promozione di iniziative digital nel metaverso, come Swiss Virtual Expo. Per sostenere le spese del viaggio in Texas, per le finali che si svolgeranno dal 20 al 23 aprile 2022, e far godere al massimo l’esperienza ai ragazzi, l’associazione ha creato un crowdfunding insieme ad un progetto della Banca Raiffeisen.

Smilebots in finale in Texas

Le eliminatorie regionali per la qualificazione alla finale Svizzera si sono svolte lo scorso 5 febbraio in Ticino. Hanno partecipato 12 squadre composte da ragazzi provenienti dalle scuole elementari, medie e superiori, tra cui i due team di Ated4Kids: gli Smilebots, già campioni da 6 anni in tutte le competizioni, regionali, nazionali ed internazionali e i giovanissimi Smilebots Junior, team composto da ragazzi dagli 11 ai 13 anni.

Presentazione del team Smilebots

Leonardo Yankelevich, membro del team dei giovanissimi, ha raccontato in cosa consiste la sfida (decisa dalla Lego) di quest’anno alle telecamere di Ticinonline: “Dobbiamo costruire un robot di LEGO, programmarlo e fare in modo che riesca a fare più missioni possibili in 2 minuti e mezzo. La missione quest’anno si chiama Cargo Connect perché tutto è collegato ai mezzi.”. Nel 2023 gli Smilebots Junior potranno salire di categoria e cimentarsi nella First Tech Challenge, sfida molto più impegnativa e complessa.

Maggiori informazioni sui due giovani team al link seguente, First Lego League - Smilebots alle finali mondiali a Houston!.

FIRST LEGO League Challenge: di cosa si tratta

La FIRST LEGO League Challenge è una competizione internazionale nata nel 1998, grazie ad una partnership tra FIRST e il LEGO Group, ed è esclusivamente organizzata ad agosto di ogni anno per gli studenti delle scuole elementari, medie e superiori. La competizione è divisa in due sfide: una che riguarda la progettazione e la programmazione di robot Lego Education ed una basata su temi attuali. Ecco le parole di Federico Corsali degli Smilebots, riguardo la finale di Detroit del 2019: ”Quello che mi è piaciuto molto è stato viaggiare con la squadra e visitare questo posto bellissimo con tantissime persone e tantissime squadre, e proprio lì abbiamo capito che siamo veramente bravi. Ed era anche molto bello che c’erano squadre da tutto il mondo e molte culture.”.

CLICCA QUA PER L’INTERVISTA COMPLETA → Portiamo gli Smilebots alle finali mondiali di Houston.

Lo smart working secondo Rossano Tiezzi e Marco Ginanneschi, intervistati da L’aria che Tira La7

Tempo di lettura: < 1 minuto[vc_row][vc_column][vc_column_text]Rossano Tiezzi, Direttore Commerciale di Advepa Communication e Marco Ginanneschi, Presidente di Sercam Advisory, sono stati intervistati da L’Aria che Tira, trasmissione di La7 riguardante economia e politica. Argomento dell’interview, lo smart working. Cosa comporta e quanto può servire?[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

L’innovazione dello smart working

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="20" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Lo smart working, afferma Rossano Tiezzi, “non sostituisce gli eventi fisici, non sostituisce gli eventi che vengono fatti normalmente su zoom: è un sistema in più, è un ufficio virtuale a tutti gli effetti”. Uno spazio inclusivo come Swiss Virtual Expo, la virtual fair vincitrice del Premio Möbius 2021, rappresenta l’innovativo spazio, totalmente virtuale, dove è possibile partecipare a webinar, meeting, fare acquisti online, tutto dal proprio ufficio o dalla propria abitazione. [/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

“Incentivare l’utilizzo dello smart working”

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="20" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]“Il covid è stato soltanto una modalità che ha accelerato l'utilizzo di un modo diverso, di un concetto nuovo di lavorare, che è più performante, più inclusivo, più immersivo e soprattutto più veloce" sono le parole di Marco Ginanneschi, durante l’intervista. Lo smart working sta ponendo nuove sfide e, insieme al metaverso, tantissime possibilità per il futuro.

Per vedere il video dell’intervista completa basta cliccare sul link che segue, Rossano Tiezzi, Marco Ginanneschi & Smart Working :: Interview L’aria che tira.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="20" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][/vc_column][/vc_row]

Auguri a Dave e Traci! Il primo matrimonio nel metaverso

Tempo di lettura: < 1 minuto[vc_row][vc_column][vc_column_text]Può il metaverso essere la perfetta location per un matrimonio? Effettivamente si. Dave e Traci, una coppia conosciutasi anni fa in un cloud, hanno celebrato la loro unione nel metaverso Virbela. Difficile immaginare una forma ufficiale di matrimonio virtuale: andiamo a vedere come hanno fatto.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Una nuova realtà

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="20" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Il concetto di metaverso sta spopolando negli ultimi mesi. Ne hanno parlato i più grandi CEO mondiali ed è sulla bocca di tutti. La digital transformation che sta avvenendo negli ultimi anni porta innovazioni e nuove idee, dalle virtual fair a nuovi spazi d’interazione personale. Molte aziende stanno investendo nel metaverso, da Zara a Nike, così come Facebook, Neuralink, Unity ed Epic Games. Il termine coniato da Stephenson nel libro Snow Crash del 1992 oggi vede quel futuro realizzato, una nuova realtà, un mondo di interazioni tramite avatar nel nuovo internet.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

La comunicazione nel metaverso

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="20" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Il matrimonio di Dave e Traci è la perfetta sinergia tra ciò che è fisicamente presente nella nostra realtà e ciò che funziona da tempo, nel metaverso. I coniugi hanno celebrato la cerimonia in presenza nel New Hampshire e, allo stesso tempo, gli avatar di Dave e Traci pronunciavano il sì nel metaverso. I coniugi Gagnon hanno anche pensato ad un banchetto nuziale online per evitare assembramenti e possibili contagi.

Per leggere l’intero articolo ed avere più dettagli sul primo matrimonio nel metaverso, basta cliccare il link seguente, una coppia si è sposata nel metaverso.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="20" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][/vc_column][/vc_row]